ROMA - Suscita scalpore e orrore tra i cinofili la proposta di un consigliere regionale sardo del Pdl, Gianfranco Bardanzellu, che per risolvere il problema del randagismo nell'isola ha proposto di «incenerire i cani». La notizia - pubblicata dal quotidiano L'Unione Sarda - ha già scatenato polemiche, ma secondo il politico ex di An, che è anche consigliere comunale di Olbia, «davanti ad un' emergenza bisogna avere il coraggio di misure forti e anche impopolari. Per affrontare il randagismo - spiega - in attesa di migliorare le strutture di accoglienza, educare alla sterilizzazione e punire chi abbandona gli animali, sarebbe opportuno incenerire i cani abbandonati». A Olbia i cani randagi sono circa 700. Nell'unico canile della città, situato vicino all'aeroporto, negli ultimi mesi sono stati portati 104 cani. In tutta la Sardegna i randagi (secondo stime del settembre 2009) sarebbero oltre 65 mila.
LA REAZIONE DEL GOVERNO - Il sottosegretario alla salute Francesca Martini, con delega alla medicina veterinaria, è intervenuta oggi sulla vicenda: «Sono profondamente indignata per una proposta così incivile e ricordo al consigliere Bardanzellu che nel nostro paese l' uccisione degli animali d'affezione è un reato sanzionato penalmente. Le leggi dello Stato di tutela dei cani puniscono chi li abbandona, maltratta e uccide». E ancora, bacchetta la Martini, «ritengo indispensabile ribadire che il dovere dei rappresentanti delle Istituzioni, come dello stesso Bardanzellu, è quello di far rispettare le norme vigenti e non istigare a commettere reati, dimostrando una totale ignoranza delle leggi di cui dovrebbe essere garante». «Il grave problema del randagismo - conclude il sottosegretario - non si può risolvere attraverso incivili mattanze di cani».
GLI ANIMALISTI: «LO DENUNCIAMO» - Il presidente dell'Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) Lorenzo Croce, ha annunciato che già lunedì presenterà alle autorità competenti denuncia penale contro Bardanzellu per «istigazione al maltrattamento di animali». L'Aidaa, nei giorni scorsi si è fatta promotrice di un'iniziativa tesa a boicottare la Spagna come meta turistica, per il trattamento lì riservato ai randagi. «Migliaia di mail e cartoline inviate all'ambasciata di Roma e ai consolati di Spagna, con le quali 18 mila famiglie italiane da giugno a oggi hanno detto di non volersi più recare in vacanza in Spagna - dice Croce - fino a quando non si smetterà di uccidere i cani randagi e catturati in maniera crudele e solo dopo pochi giorni di permanenza nelle 'perreras', i canili pubblici». «Questo - spiega il presidente dell'Aidaa - è il risultato della campagna contro i massacri indiscriminati dei cani che avvengono quotidianamente nelle perreras spagnole dove vengono uccisi in maniera assolutamente crudele oltre 30.000 cani l'anno». L'Aidaa stima che in Italia i cani randagi siano circa 725 mila. Un fenomeno che sta diventando emergenza, soprattutto nel meridione e nelle isole. (Fonte: Ansa)